La narrazione dominante ci racconta che il nostro Sud è terra di mafia; che nelle campagne campane, pugliesi, siciliane, dove si coltivano pomodori e quant’altro l’illegalità è quotidiana come è quotidiana la violenza sui lavoratori. Nessuno sembra meravigliarsene, tanto “che cosa possiamo pretendere dal sud camorrista, ndranghetista, da questi ‘terroni’?”
Ma talvolta la narrazione si spezza e scopriamo che anche al nord vigono le stesse regole del sud; nelle campagne della ‘padania’ come nelle fabbriche e fabbrichette delle zone industriali lombardo-venete.
E stavolta la narrazione si fa crudele e ci deride, noi forti della nostra fede leghista dura e pura; e ci dice che anche a casa nostra, nella nostra provincia, in un posto inaspettato – Posina – succedono le stesse cose che avvengono al sud.
Un’azienda affermata e conosciuta, con profitti annuali di decine di milioni, la “Fonti di Posina SpA” quella dell’acqua oligominerale Lissa, estraeva i suoi milioni di profitto da sfruttamento intensivo ed illegale della forza lavoro, i dividendi che venivano dati ai soci erano sporchi di sudore, sangue, malversazione, ricatti. Questa è una delle facce dell’imprenditoria nostrana, settentrionale, “padana” che ci dà fastidio scoprire.
Caporali che chiedevano la quota ai lavoratori; gente che entrava in ditta la mattina presto per uscirne 15-16 ore dopo, lavorando senza sosta, senza pausa pranzo e senza un minuto di riposo; stipendi metà reali metà in nero per non pagare i contributi e per occultare gli effettivi orari di servizio: sarebbero state 7 ore di lavoro e 7 ore di straordinario al giorno!!!
Ma le illegalità messe in campo dai padroni lombardo-veneti (l’azienda ha soci nel vicentino e nel bresciano) sembra riguardino anche minori sfruttati, occultamento di dati personali, utilizzo ricattatorio di manodopera in nero, risultano dalle indagini persino abusi sessuali, o ricatti a sfondo sessuale.
Probabilmente l’azienda non è sindacalizzata, tutto ciò non sarebbe successo se i lavoratori avessero avuto le forze sindacali dalla loro parte.
Certamente noi non staremo a guardare da lontano ciò che le Fiamme Gialle hanno scoperto; questo nostro comunicato non è un pettegolezzo da bar, non ci serve per dire che i comunisti hanno ragione. Rifondazione Comunista seguirà questa vicenda che sa di padronato predatorio, indifferente alle lavoratrici e ai lavoratori, le cui vite vengono triturate ed immolate per far guadagnare i “lor signori” nostrani.
A parole si fanno barriere per bloccare ‘l’invasione degli extracomunitari’: ricordiamoci l’umanità devastata dal freddo e dalla fame che sta ai confini dell’Europa, ma di fatto quella massa di disperati fa comodo al capitale e ai padroni nostrani.
Rifondazione Comunista, partendo da questa amara situazione di sfruttamento schiavistico, attiverà tutto quanto in suo potere per cambiare le cose. E sarà sicuramente in piazza, assieme ad altre forze politiche e sindacali, per gridare: Basta schiavitù! Basta sfruttamento!
Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Vicenza.
Roberto Fogagnoli – Segretario Provinciale