Lunedì 26 aprile nella puntata di Report vengono snocciolati i dati della strage, 4000 morti, nel Veneto in zona gialla e picco dei contagi tra metà novembre e dicembre. Con un quarto dei morti e degli ammalati, con un sistema sanitario molto più organizzato Angela Merkel andava nel parlamento tedesco con le lacrime agli occhi e dichiarava il lockdown. Zaia, invece, diceva che non si potevano fare le chiusure con i portafogli degli altri. La sottintesa volgarità non ci interessa. È un problema suo e della cultura politica da cui proviene.È un fatto, però, che siano sue e del governo centrale, interessato a non scontrarsi con Zaia, le responsabilità di una tragedia che era sotto gli occhi di tutte/i. Poche sono state le voci che hanno messo sotto accusa le scelte che l’hanno determinata. Perché è giusto dirlo: ricordo che già ai primi di dicembre avevamo manifestato di fronte agli uffici della Regione del Veneto per chiedere misure adeguate alla gravità della situazione. Abbiamo anche chiesto le dimissioni di Zaia per le sue evidenti responsabilità. Tutto questo è ampiamente documentato da interviste televisive e comunicati che abbiamo diffuso e che poco eco hanno avuto nella stampa.Com’è accaduto in altri casi, platealmente nella bergamasca, lo scorso anno, la verità si fa strada che con colpevole ritardo quando i danni sono già stati fatti. Non ci resta che prendere atto che ciò che oggi diventa oggetto di dibattito e polemiche era evidente anche nei mesi di novembre e dicembre in Veneto. Dire che avevamo ragione e che non siamo stati ascoltati non ci procura alcuna soddisfazione. Ci pesa, e molto invece, non essere stati in grado di mettere in campo la forza necessaria per impedire il disastro. Un disastro a cui altri seguiranno perché nessuno dei problemi di fondo, strutturali, che la pandemia ha messo in luce sono nell’agenda della politica che governa la Regione del Veneto e l’Italia. Anzi, l’idea di fondo, coperta da una patina di green washing, è quella di riprendere al più presto la stessa strada di prima. Lo dicono i progetti di grandi opere, le olimpiadi invernali, il potenziamento degli inceneritori di Padova e Fusina, ancora consumo di suolo, il progetto del grande ospedale di Padova est quando mancano le strutture necessarie alla sanità del territorio.[EDIT: Leggo ora una dura dichiarazione di Lorenzoni contro Zaia e la minaccia di azioni eclatanti se non verranno date risposte chiare dopo le denunce della trasmissione di Report. Mai azione fu più “tempestiva”. Le iniziative eclatanti andavano fatte a fine novembre, a dicembre, quando i morti e i contagi in Veneto erano ogni quattro volte quelli della Germania che dichiarava il lockdown.Paolo Benvegnù][Pubblichiamo, inoltre, un breve estratto dell’inchiesta di Report, mentre per vedere tutti i servizi vi rimandiamo al seguente link: https://youtu.be/eJkF8LzABHU]

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