Questa la stima dell’RSU sulle 1.100 operaie e operai (tra le quali 200 con contratto a termine) dell’adesione lo scorso Venerdì 2 Aprile.Centoquattro ore complessive di straordinario obbligatorio è ciò che Electrolux vuole far passare negli accordi di gruppo con le rappresentanze dei cinque stabilimenti e le organizzazioni sindacali.Nella proposta di integrativo la multinazionale punta a concordare una volta per sempre 7 sabati per turno, pari a 40 ore, da attivare obbligatoriamente a totale discrezione delle direzioni, senza ulteriori confronti con i lavoratori; altre 64 ore (12 sabati per turno per 6 ore) straordinarie, verrebbero invece, nelle intenzioni di Electrolux, “concordate” nei singoli stabilimenti. Le virgolette sono dovute al fatto che rimarrebbe poco da concordare. Tolte le ferie e gli eventuali periodi di calo, 38 sabati totali (19 per turno nelle settimane di mattina) diventerebbero la norma nell’arco dell’anno.Possibiliste le segreterie nazionali Fim Fiom Uilm. La Rappresentanza Sindacale Unitaria dello stabilimento di Susegana è invece compatta nel respingere al mittente la proposta, che vincola ed esautora i lavoratori e la rappresentanza di stabilimento, e prevede sostanzialmente l’intero anno di sabati in straordinario obbligatorio.Una proposta in direzione contraria alla logica razionale del “lavorare meno, lavorare tutt*”, che va a spremere incessantemente sempre gli stessi lavoratori, che non prevede il necessario ricambio generazionale e la necessaria redistribuzione del lavoro presente tra più persone, nel quadro di crescente disoccupazione.Un ulteriore elemento di sacrosanto conflitto è la discrezionalità discriminatoria nell’elargizione di premi extracontrattuali a capi (cifre di 7000 euro) escludendo operaie e operai, per i quali la multinazionale propone 600 euro massimi all’anno, come cifra da raggiungere in tre anni.”Servono più soldi in busta paga, ritmi più umani e più tempo libero” sintetizzano i delegati di Susegana, da sempre trainanti nelle rivendicazioni verso la multinazionale. La lotta prosegue, per i diritti, il salario, le condizioni di lavoro.

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