È necessario dare una risposta civile e rispettosa dei diritti e del diritto ai richiedenti asilo ospiti della ex colonia della Croce Rossa di Jesolo. Abbiamo seguito con attenzione quello che è successo in queste settimane. Lo abbiamo fatto preoccupati dal crescere di toni xenofobi e dal tentativo di scaricare sui migranti la ripresa nel Veneto della diffusione dei casi di contagio da Covid. Nella struttura jesolana, i richiedenti asilo hanno subito, come tutte/i, le restrizioni necessarie durante il periodo della chiusura. I casi di Covid si sono manifestati dopo la riapertura e la ripresa dei contatti con l’esterno e del lavoro: spesso in nero, sottopagato, e in condizioni di scarsa sicurezza. Lavoro molto spesso fondamentale per alcune attività economiche, in turismo e in agricoltura, come conferma la dirigenza della azienda Frova oggi in una intervista ad un giornale locale. Lavoro che molte/i perderanno se le nuove collocazioni a cui saranno destinate/i non ne permetteranno il mantenimento: come è accaduto e accadrà per chi è stato trasferito a Cavarzere. Questo è il punto fondamentale. La decisione di dismettere le attività di accoglienza della ex colonia Croce Rossa, che peraltro apre spazi a una robusta speculazione in un’area di particolare pregio, deve essere accompagnata da una ricollocazione degli ex ospiti che, oltre ad essere dignitosa, tenga conto del già avvenuto inserimento di molte/i di loro nel tessuto sociale ed economico del territorio.

Paolo Benvegnù
candidato presidente della Regione Veneto per la lista “Solidarietà Ambiente Lavoro” SAL

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